Arrivederci Giuseppe

Berti aveva scoperto da alcuni anni di avere la malattia di Parkinson e, con Gloria, aveva quasi subito cominciato a frequentare l’Associazione, una presenza costante.

Lunedì scorso Gloria e Giuseppe avevano partecipato alla consueta lezione di attività motoria accompagnata con musica, in altre parole balli adattati alle nostre capacità. Quel giorno Berti era molto attivo e presente. Niente che potesse far presagire quello che sarebbe accaduto. E venne martedì, uno strano martedì, all’alba nelle fessure tra le tende trapelava un chiarore diffuso, un timido accenno dell’imminente autunno, niente di più di una foschia, già dissolta con i primi raggi del sole.

Giuseppe da alcuni giorni non si sentiva bene, ma il medico di famiglia l’aveva rassicurato e così, vista la bella giornata, andarono al mare. Arrivati ed accampati in spiaggia sotto un ampio ombrellone gustarono un buon piatto di pesce. Una giornata normale è fatta anche di momenti da coltivare con piacere. Gesti semplici come fare una passeggiata a piedi nudi, respirare l’aria di mare e poi ascoltare il rumore ritmico delle piccole onde che si infrangono sul bagnasciuga quando il mare è calmo e tutto era nella norma di una giornata di settembre.

Però martedì 12 settembre 2023 non sarebbe stato un giorno normale, non per Berti e non per Gloria e Sara. Al ritorno lungo la strada verso Corbola, di fronte a loro il sole, basso ad occidente, inondava i campi di potenti raggi dorati. Arrivarono e si divisero, lei verso la farmacia, lui anticipò il rientro a casa per una doccia. Dieci minuti, non di più, e Gloria a sua volta rientrò. Berti non l’aveva aspettata, era andato avanti.

Noi tutti siamo qui a piangere la scomparsa del marito, del padre, dell’amico, sperando che fino all’ultimo Giuseppe non abbia compreso che era un giorno speciale. È una speranza concreta a cui noi vogliamo credere. Ciao Berti.

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